Benvenuti nel Blog dell’Osservatorio Digitale PMI!

Sul nostro Blog verranno periodicamente pubblicate notizie riguardanti le attività dell’Osservatorio Digitale PMI e approfondimenti sui risultati delle indagini alle quali sono invitate a partecipare Piccole e Medie Imprese italiane.

Seguiteci e lasciate i vostri commenti!

Social media e social network: cosa cambia?

Per parlare di social media marketing (SMM) è innanzitutto fondamentale chiarire a cosa si riferisca il termine social media. Una definizione esplicativa è stata proposta da Kaplan e Haenlein:

Social Media is a group of Internet-based applications that build on the ideological and technological foundations of Web 2.0, and that allow the creation and exchange of User Generated Content

I Social Media sono un gruppo di applicazioni basate su Internet e costruite sui principi ideologici e tecnologici del Web 2.0 che permettono la creazione e lo scambio di contenuti generati dall’utente.

Il Web 2.0 si distingue dal Web 1.0 poiché i contenuti non sono più prodotti da singoli individui, ma vengono modificati dagli utenti finali in forma collaborativa: si tratta di User Generated Content. Si è pertanto assistito al passaggio dalla comunicazione unidirezionale uno a molti alla modalità comunicativa molti a molti.

I social media, quindi, sono dei software attraverso i quali è possibile condividere testi, immagini, video e file audio, che riescono a raggiungere istantaneamente un pubblico globale.

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Articolo tratto dalla pubblicazione dell’ODPMI “Guida all’uso dei social media nella Piccola e Media impresa”

 

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SEO – parte 1

Sappiamo che SEO è l’acronimo di Search Engine Optimisation e che serve per raggiungere le prime posizioni sui motori di ricerca. Ma è proprio così?
Questa rischia di essere una definizione piuttosto riduttiva. La SEO è un universo composto da ricerca, analisi, ragionamento, conditi da una buona dose di intuito.

Gli approcci a questa disciplina, così come le strategie applicabili, sono molti e variano a seconda della formazione e della competenza del professionista o dell’agenzia web che li mette in atto. Ci sono però alcuni elementi di base che dovrebbero essere considerati di default per un’attività di ottimizzazione ben fatta.

Quali sono questi strumenti? Oggi ci concentreremo su uno dei più importanti, ovvero la ricerca delle keyword. Per effettuare al meglio questo passaggio consigliamo di affidarsi a Google Adwords, braccio destro di ogni SEO che si rispetti. Usando Google AdWords potrete trovare in pochi secondi le parole chiave più cercate, cogliere i trend e seguire l’andamento delle ricerche su Google.

Come usare lo strumento per le parole chiave di Adwords

L’analisi delle parole chiave è il punto di partenza per ogni campagna SEO. È solo tramite la ricerca delle keywords, infatti, che possiamo capire quali siano quelle ricercate dal nostro target ideale, cioè gli utenti che vogliamo intercettare e portare al sito web della nostra PMI.

Chiediamoci: se un utente volesse trovarci, cosa dovrebbe cercare? Quali sono le parole chiave che meglio si riferiscono alla nostra attività?

Per rispondere a questa domanda consiglio di affidarsi al Keyword Planner Tool, presente sulla piattaforma di Google Adwords. Si tratta di uno strumento semplice da utilizzare e incredibilmente efficace. Non tralasciamo di dire che si tratta anche di uno strumento gratuito, il che non fa mai male.

Per utilizzarlo, sarà sufficiente rispettare i seguenti passaggi:

  • Inserire una lista di possibili keywords nella barra del Keyword Planner Tool;
  • selezionare idee per le parole chiave e verificate il volume di ricerca mensile per ognuna;
  • prendete nota delle parole chiave con un volume di ricerca più elevato, considerando anche quelle suggerite dal Keyword Planner Tool.
  • Scegliete le parole-chiave più rappresentative e specifiche in riferimento al vostro business, tenendo anche conto della cosiddetta long tail, o coda lunga, che prevede l’individuazione e l’utilizzo di parole chiave formate da più termini connessi tra loro;

Il passo successivo prevede che ogni parola-chiave venga assegnata a una specifica pagina del sito, così da ottimizzarne i contenuti e il codice html. Come? Non dovrai fare altro che attendere il prossimo articolo, nel quale spiegherò come ottimizzare una pagina in ottica SEO.

Deborah Ascolese

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I risultati dell’indagine 2015 nel settore dell’abbigliamento – Parte 3

Chiudiamo la serie di articoli relativi all’indagine 2015 nel settore dell’abbigliamento proponendo i dettagli che sono emersi analizzando più accuratamente i risultati della ricerca effettuata. In tal modo vogliamo cercare di fare maggiore chiarezza sull’approccio assunto nei confronti degli strumenti e delle tecnologie digital da parte di alcune delle numerose PMI lombarde che si occupano di abbigliamento.

I risultati dell'indagine 2015 nel settore dell'abbigliamento - Osservatorio Digitale PMIIn primis, è curioso il fatto che sia stato rilevato un divario piuttosto ampio tra gli stadi di apertura al mondo digital delle diverse imprese intervistate, nonostante il campione fosse ristretto in termini non soltanto di numero, ma anche di settore e area geografica considerati. Va certamente tenuto presente che le dimensioni, il fatturato e lo “stato di salute” di un’azienda influiscano fortemente sul suo percorso di digitalizzazione; tuttavia, pur differendo tra loro in questi termini le PMI che hanno preso parte all’indagine, stupisce che alcune stiano ancora muovendo soltanto i primi incerti passi nell’adozione di strumenti e tecnologie digitali, mentre altre abbiano già superato con successo molte tappe importanti e significative.

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I risultati dell’indagine 2015 nel settore dell’abbigliamento – Parte 2

In linea con l’articolo precedente, continuiamo a riprendere e riproporre i risultati del report “I progetti d’indagine dell’Osservatorio Digitale PMI. Un’analisi nel settore lombardo dell’abbigliamento”.

La situazione relativa ai social media è singolare: solamente il 27,78% delle PMI che hanno risposto al questionario li utilizzano, ma tra queste nessuna si dichiara insoddisfatta. Stupisce pertanto il fatto che siano relativamente poche le aziende del settore che hanno creato delle pagine all’interno di uno o più social, i quali considerate le risposte delle imprese che se ne servono costituiscono un elemento vantaggioso da integrare nelle strategie di marketing. Essi permettono infatti di ottenere grande visibilità a costi contenuti e, in aggiunta, consentono di interagire con i clienti in maniera più diretta e personale, aumentandone la fidelizzazione. Questi e altri benefici stanno comunque iniziando a essere riconosciuti da una parte delle aziende: il 22,22% ha già in programma di attivare la propria presenza nel mondo social e il 16,67% intende inoltre investire in esso una parte del budget aziendale dell’anno corrente. Rimane tuttavia un 50% del campione che si è dichiarato totalmente disinteressato in tal senso (Grafico 1).

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I risultati dell’indagine 2015 nel settore dell’abbigliamento – Parte 1

Nel report “I progetti d’indagine dell’Osservatorio Digitale PMI. Un’analisi nel settore lombardo dell’abbigliamento” di Roberto Lo Jacono e Martina Widmann sono stati resi noti i risultati delle 36 interviste a cui sono state sottoposte altrettante Piccole e Medie Imprese con sede in Lombardia operanti nel campo dell’abbigliamento. Attraverso un questionario si è tentato di rilevare quanto le aziende facenti parte del campione avessero investito ‒ e in che misura fossero ancora disposte a investire ‒ nell’implementazione di una serie di strumenti e tecnologie digitali. In questo articolo e nei due che seguono riportiamo le principali informazioni raccolte.

Le 36 realtà che hanno preso parte all’indagine dispongono tutte di un sito web, a eccezione di una, il cui sito è però in costruzione. Il 42,86% di quelle che hanno adottato tale strumento, inoltre, si dichiara soddisfatto, e a tale percentuale si aggiunge un 37,15% il cui portale aziendale si trova in fase di restyling. Questi numeri dimostrano come il sito web sia diventato ormai un elemento del tutto irrinunciabile per le PMI lombarde che operano nel settore dell’abbigliamento, le quali sembrano non esitare a investire nel suo perfezionamento. Il 28,57% afferma di avere già destinato o di avere in programma di riservare una parte del budget dell’anno corrente a tale operazione di miglioramento. Non manca tuttavia un 11,43% del campione che si è detto insoddisfatto del proprio sito web, mentre l’8,56% non ha fornito riposta a questa domanda (Grafico 1).

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Il social media marketing raccontato dall’Osservatorio

Negli ultimi mesi l’Osservatorio ha lavorato alla stesura di un libro dedicato al social media marketing − argomento tanto discusso ma spesso non compreso a fondo – per spiegarlo alle PMI italiane.

Il titolo della pubblicazione, redatta da Roberto Lo Jacono e Martina Widmann, è “Il social media marketing per le PMI. Guida all’uso dei social media nella Piccola e Media Impresa” e l’e-book può essere acquistato sui principali store on line – Amazon Kindle Store, Apple iBooks Store, Google Play Store ecc. – oppure consultato su Google Books. Inoltre, sul sito dell’Osservatorio, si trovano ulteriori informazioni.

Questo libro nasce con l’obiettivo di fornire alle realtà italiane una guida all’utilizzo dei social media che sia completa, chiara ed esplicativa. Non si propone di essere in tutto e per tutto esaustivo, in quanto la vastità dell’argomento non lo consentirebbe, ma di rappresentare uno strumento utile e di facile consultazione per tutte le aziende che desiderano o sentono la necessità di approfondire il tema del social media marketing.

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PMI e CRM: i dati dell’indagine 2014

Gli ultimi risultati dell’indagine 2014 dell’Osservatorio che vogliamo riproporre sono quelli relativi a PMI e CRM – o Customer Relationship Management.

Dalla ricerca è emerso che i sistemi per la gestione delle relazioni con i clienti sono utilizzati solamente dal 28,38% delle aziende intervistate, a cui si aggiunge un 10,56% che ha attivato un progetto in tal senso. Il 61,06%, invece, non dispone di alcuna applicazione CRM (Grafico 1).

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Grafico 1: La sua azienda possiede un CRM?

All’interno del settore commerciale è il 28,57% delle realtà a servirsi del CRM, mentre il 14,29% si è già mosso per iniziare a farlo. Il 57,14%, tuttavia, non ha adottato tale strumento.

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PMI e e-mail marketing: i dati dell’indagine 2014

Restando ancora nell’ambito dell’indagine 2014 dell’Osservatorio, vengono di seguito ripresi i risultati relativi a PMI e e-mail marketing.

Le realtà intervistate si dividono piuttosto equamente tra quelle che utilizzano l’e-mail marketing e inviano quindi newsletter e offerte commerciali tramite posta elettronica – il 45,21% − e quelle che non lo fanno – il 42,24%. Il 12,54%, invece, ha attivato un progetto per iniziare a sfruttare tale strumento (Grafico 1 – cliccare sull’immagine per visualizzarla correttamente).

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Grafico 1: La sua azienda usa strumenti di e-mail marketing per inviare newsletter e/o offerte commerciali?

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PMI e mobile: i dati dell’indagine 2014

Riprendiamo nuovamente a discutere dell’indagine 2014 dell’Osservatorio e, in particolare, parliamo dei dati rilevati in merito a PMI e mobile.

Dalla ricerca è emerso che le cosiddette App – le applicazioni per i dispositivi mobili – non sono ancora molto diffuse tra le Piccole e Medie Imprese: solamente il 18,81% del campione ne ha creata una o più e il 9,90% ha attivato un progetto in tal senso, mentre il 71,29% non si è interessato a esplorare le potenzialità di questi strumenti (Grafico 1 – cliccare sull’immagine per visualizzarla correttamente).

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Grafico 1: La sua azienda ha creato strumenti mobile (applicazioni)?

Analizzando separatamente i diversi settori, si è notato che in quello commerciale il 63,47% delle aziende intervistate non ha realizzato nessuna App. Tra queste, tuttavia, il 30,56% afferma che probabilmente lo farà nei mesi a venire; il 25% lo ritiene invece poco probabile e il 30,56% non tiene in considerazione tale possibilità.

Nel settore dei servizi la percentuale di imprese che non hanno implementato strumenti mobile, ovvero il 65,33%, è simile a quella rilevata nel settore commerciale, ma non si può affermare lo stesso per quanto riguarda i dati relativi all’intenzione di creare delle applicazioni nei 18 mesi successivi all’indagine: soltanto il 15,31% − contro il 30,56% del settore commerciale – lo considera probabile e il 31,63% poco probabile, mentre per ben il 42,86% l’opzione non è nemmeno da valutare.

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E-commerce: siti a prova di…legge!

E-commerce_siti a prova di... Legge - Osservatorio Digitale PMIRelativamente all’e-commerce vanno, anzitutto, spesi alcuni cenni sulle distinte accezioni che lo stesso può assumere, per esempio iniziando a discernere tra commercio elettronico diretto (laddove questo abbia ad oggetto beni immateriali vendibili esclusivamente per il tramite di internet) ed indiretto (laddove riguardi oggetti materiali, la cui vendita può essere assimilata a quella a distanza o per corrispondenza).

In aggiunta, sono sicuramente da specificarsi le differenti forme che il commercio elettronico può assumere, ossia il B2B (transazioni commerciali elettroniche tra imprese), il B2C (tra imprese e consumatori finali/clienti individuali), il B2A (tra imprese e PA), l’A2A (tra PA) e l’A2C (tra PA e consumatori finali).

La normativa applicabile a tale nuova forma di compravendita è, a grandi linee, riassumibile come segue:

  1. Lgs. n. 114/1998 (decreto Bersani; ha comportato la riforma della disciplina del commercio, comprendendo tutte le ipotesi di vendita al dettaglio attraverso un sito internet o, in generale, le vendite a distanza);
  2. Lgs. n. 185/1999 (relativo alla protezione dei consumatori nelle vendite a distanza);
  3. Lgs. n. 70/2003, di recepimento della direttiva 2000/31/CE (ex multis, all’art. 7, prevede tutte le informazioni che il prestatore di servizi deve necessariamente fornire ai destinatari/consumatori);
  4. Lgs. n. 206/2005 (Codice del Consumo; all’art. 52 indica tutte le informazioni da dare al consumatore);
  5. Lgs. n. 59/2010, che recepisce la direttiva 123/2006/CE del Parlamento Europeo (apporta modifiche che mirano alla semplificazione normativa e amministrativa della regolamentazione e, in particolare, delle procedure e delle formalità relative all’accesso e allo svolgimento delle attività di servizio).

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