Benvenuti nel Blog dell’Osservatorio Digitale PMI!

Sul nostro Blog verranno periodicamente pubblicate notizie riguardanti le attività dell’Osservatorio Digitale PMI e approfondimenti sui risultati delle indagini alle quali sono invitate a partecipare Piccole e Medie Imprese italiane.

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L’obiettivo dell’Osservatorio Digitale PMI è quello di avvicinare le Piccole e Medie Imprese italiane al mondo del digital, aiutandole a superare le principali barriere all’adozione di nuove tecnologie.

L’Osservatorio si occupa di ricerca, di formazione e offre una serie di servizi di consulenza e advisoring che permettono di individuare obiettivi e azioni volte ad ottimizzare il proprio percorso verso il mondo digital.

Asse portante dell’attività dell’Osservatorio è il magazine, che ci permette di offrire articoli sui temi più rilevanti in ambito digital e marketing; tra i recenti contributi:

Per offrire spunti sempre innovativi ci appoggiamo sia a una Redazione interna sia a una rete di professionisti del settore. Le nostre pubblicazioni hanno una vasta visibilità e vengono riprese sui principali Social Media nazionali e internazionali.

Sei interessato a collaborare con l’Osservatorio Digitale PMI ?

La collaborazione prevedere l’invio di contenuti, sia editi che non ancora pubblicati. L’articolo sarà pubblicato a nome dell’autore, accompagnato dai link che desidererai includere.

Per qualsiasi ulteriore informazione, oppure per mandare un articolo di prova o proporre una nuova tematica da esaminare, contatta la Redazione dell’Osservatorio Digitale PMI all’indirizzo mail redazione@osservatoriodigitalepmi.it.

 

 

Instagram

L’idea di creare un social network basato sulla condivisione di fotografie ‒ e in seguito anche di video ‒ è di Kevin Systrom e Mike Krieger, che nel 2010 hanno fondato Instagram, poi acquistato da Facebook nel 2012.

Attualmente gli iscritti nel mondo superano i 300 milioni.
In Italia gli utenti attivi sono circa 2 milioni.

Iscriversi a Instagram è molto. Il primo passo da compiere, dopo aver scaricato gratuitamente l’app per mobile ‒ necessaria poiché l’utilizzo tramite computer non consente di caricare foto ‒, consiste nel creare un profilo personale, pubblico o privato, inserendo un indirizzo e-mail valido, una password, un nome utente e, facoltativamente, un’immagine e alcune informazioni su di sé, per esempio l’URL del proprio sito o una breve biografia. A questo punto è possibile scegliere chi si desidera seguire, sfruttando l’opzione di ricerca automatica degli amici di Facebook o dei contatti della rubrica che fanno uso di Instagram, oppure inserendo liberamente i nomi di persone, servizi o brand dei quali si vogliono visualizzare i contenuti pubblicati. Oltre a commentare e ad aggiungere like alle immagini da cui si è colpiti o ispirati, c’è naturalmente la possibilità di scattare a propria volta delle fotografie, applicarvi modifiche e filtri e condividerle con i propri follower, accompagnandole con una breve descrizione e degli hashtag, che svolgono qui la stessa funzione che hanno su Twitter. Questi contenuti verranno inoltre automaticamente pubblicati sui profili social che si è scelto di sincronizzare con Instagram.

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Twitter

La piattaforma di social networking dei cinguettii ‒ i Tweet è stata fondata nel marzo del 2006 da Evan Williams, Noah Glass, Biz Stone e Jack Dorsey e conta oggi oltre 300 milioni di utenti attivi mensilmente e 500 milioni di tweet inviati ogni giorno da tutto il mondo. Nel mese di gennaio è stato utilizzato dal 10% della popolazione italiana.

L’iscrizione a questo servizio gratuito, che fonde le potenzialità di un microblog con quelle di un social network, prevede l’inserimento del proprio indirizzo e-mail, di un nome utente, di una foto da utilizzare come Avatar, di una breve descrizione di sé e, eventualmente, dell’URL del proprio sito web. A questo punto è possibile iniziare a seguire i profili ai quali si è interessati. L’azione del following non è necessariamente reciproca.

La caratteristica più peculiare di questo social consiste nel fatto che i tweet non possano superare i 140 caratteri: perciò si parla di microblogging. Un altro aspetto rilevante della piattaforma è costituito dalla possibilità di “ritwittare” o rispondere ai tweet di altri utenti e di avviare conversazioni, oltre che di inviare messaggi diretti ‒ funzionalità tipiche dei social network. Ma ancora più interessante è la presenza degli #hashtag inseriti nei tweet per indicare che si sta parlando di un certo argomento. Inoltre, nella sezione Tendenze, si possono visualizzare gli hashtag che godono di maggiore popolarità in un dato momento.

twitter uso italiani

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Facebook

Facebook, celebre social network fondato da Mark Zuckerberg nel 2004, è divenuto in pochi anni il più popoloso del pianeta: al momento conta più di 1,5 miliardi di iscritti.

Gli utenti italiani attivi ogni giorno sulla piattaforma sono in media 20 milioni, numero che sale a 25 milioni se si considerano gli accessi effettuati a livello mensile. La maggior parte ha dai 36 ai 45 anni, seguono i giovani dai 19 ai 24.

L’iscrizione al social è gratuita e prevede la creazione di un profilo personale, completo di foto e di dati quali nome, cognome, data di nascita e sesso. Ogni utente può in seguito personalizzare ulteriormente il suo profilo indicando titolo di studio, occupazione, città e interessi. È inoltre possibile scambiare messaggi, sia pubblici che privati, con la propria rete di amici.

Nelle home page compariranno le news feed, ovvero gli aggiornamenti relativi agli status, o ai post in genere, pubblicati dalle persone che abbiano incluso nella nostra cerchia di amici. Ogni utente può inoltre creare o entrare a far parte di gruppi  o pagine relativi a personaggi famosi, brand o città.

Facebook

Gli utenti di Facebook in Italia ‒ da Vincos Blog

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I social media più utilizzati in Italia

Il report “Digital, Social & Mobile in 2015” di We Are Social Singapore fornisce dati dettagliati relativi alle preferenze deli utenti italiani in tema di utilizzo dei maggior Social Media.

Prima esaminiamo qualche dato che possa aiutarci a capire la situazione generale. Nel nostro Paese gli utenti Internet sono 36,6 milioni, mentre gli account attivi sui social media raggiungono i 28 milioni. La penetrazione che si registra è quindi del 46%.

Social_Media_Italia

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I Social Media più utilizzati nel mondo

We Are Social Singapore ha pubblicato, a gennaio, il report annuale Digital, Social & Mobile in 2015, che include statistiche relative a più di 240 Paesi.
Secondo i dati raccolti, gli account attivi sui social media superano i 2 miliardi, con una penetrazione che ha raggiunto il 29% della popolazione mondiale, pari a 7,2 miliardi.

Facebook, che conta oltre 1,4 miliardi di iscritti, è al primo posto della classifica dei social network più utilizzati in tutti i Paesi di Europa, America e Oceania coinvolti nella ricerca, così come in India, Indonesia, Malesia, Filippine, Arabia Saudita, Corea del Sud, Vietnam, Thailandia, Emirati Arabi, e a Hong Kong e Singapore. Generalmente è seguito, in ordine diverso a seconda dello Stato considerato, da Google+, Twitter, Instagram e LinkedIn.

In Cina il podio è occupato dai locali Qzone, Sina Weibo e Tencent Weibo e Facebook si colloca molto più in basso, all’ottavo posto.
In Giappone il social network di Zuckerberg è superato solo da Twitter, in Russia da VKOdnoklassniki.

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Gli utenti di Internet, social media e mobile nel mondo ‒ dal report “Digital, Social & Mobile in 2015”

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SEO – parte 2

Nel precedente articolo abbiamo visto come svolgere una delle più importanti attività della SEO: la ricerca delle parole chiave. Oggi vediamo invece come utilizzare le nostre keywords per ottimizzare una pagina web in ottica SEO.
Per fare ciò prenderemo in considerazione i principali fattori on-page. Vediamo insieme quali sono.

La SEO per Ottimizzare una Pagina Web: i fattori on-page

I primi elementi da tenere in considerazione per ottimizzare una pagina web sono i tag presenti nell’intestazione della pagina stessa, ovvero nell’<head> per usare un linguaggio tecnico. In particolare, la keyword scelta per ottimizzare la pagina dovrà comparire:

  • Nel tag title: è l’elemento che definisce il titolo di una pagina. In questo caso è sempre meglio inserire la keyword come primo elemento accostato al nome del brand o del sito, e compreso in una lunghezza tra i 40 e i 55 caratteri.
  • Nel meta-tag description: descrive il contenuto della pagina in questione. E’ buona norma scrivere una description tra i 140 e i 156 caratteri e che, oltre a contenere la keyword, sia anche comunicativa.

Passiamo ora agli elementi on-page, contenuti nel <body>, ovvero il corpo di una pagina web.

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Shopping online: dati, tendenza e qualche riflessione

Potevo lasciarmi sfuggire l’occasione di parlare di shopping online in questi giorni di shopping estremo? Certo che no, soprattutto dopo aver letto i dati degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano.

Shopping online: i numeri

Secondo Confcommercio la spesa per i regali natalizi aumenterà del 5% sul 2014, ma sono i dati sull’e-commerce ad essere davvero incoraggianti: +16% rispetto il 2014, per una spesa online di oltre 3,5 miliardi di euro, pari a oltre il 20%della spesa online annuale, per un totale di 27 milioni di ordini via web. Questi sono i dati emersi dalle previsioni dell’Osservatorio eCommerce B2c Netcomm – School of Management del Politecnico di Milano per lo shopping online del periodo natalizio (novembre-dicembre).
Se consideriamo che questi numeri si inseriscono in un trend di crescita dei consumi del 2015 che si attesta però su un +0,8% sul 2014, è evidente che qualche riflessione sull’e-commerce le piccole imprese, i negozi e gli esercizi commerciali dovrebbero cominciare a farla.

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Social, una parola o un’idea?

Social, una parola che ha ormai acquisito un’importanza enorme nella vita di tutti noi. Perché? Vediamolo insieme.

La caratteristica centrale dei social media è sicuramente costituita dall’interazione tra gli utenti e la parola social ha proprio l’obiettivo di sottolineare tale aspetto. Socializzare in Rete non è molto diverso dal farlo nella realtà fisica: in entrambi i casi implica comunicare, ascoltare, scambiarsi opinioni e informazioni utili, condividere interessi. Anche se si discute di società digitali, o virtuali, è ovvio che le persone che le popolano sono vere e instaurano tra loro dialoghi autentici.

Ecco che quindi non si parla più di consumer ma di social consumer. Qualcuno che espone in pubblico, on line, le proprie esperienze positive e negative di utilizzo dei prodotti, o dei servizi, di un determinato brand e propone consigli per migliorarli. Per rispondere a queste nuove abitudini dei clienti, il CRM (Customer Relationship Management) si deve evolvere in Social CRM (SCRM).

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Articolo tratto dalla pubblicazione dell’ODPMI “Guida all’uso dei social media nella Piccola e Media impresa”

 

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Smart working, cos’è?

È dimostrato che i dipendenti a cui è stato permesso di svolgere l’attività lavorativa fuori dal contesto aziendale sono stati in grado di aumentare la propria produttività del 35-40%, diminuendo la percentuale di assenteismo (-63%) ed aumentando il livello di soddisfazione personale, con un ovvio ritorno positivo in capo alla società datrice di lavoro.
Il contraltare di tali ricerche è costituito dalla forte impreparazione del tessuto imprenditoriale italiano all’utilizzo di tale strumento e dal lento potenziamento dei mezzi tecnologici che la modalità “remota” prevede senza esclusioni.

Basti pensare che, tra le aziende con più di 249 dipendenti, quelle che hanno avviato progetti di lavoro flessibile rappresentano solamente il 34%. Il 14 % sta prevedendo una introduzione pianificata, il 37% reputa interessante lo strumento ed il resto non se ne (pre)occupa.
Tra le aziende con meno di 249 dipendenti, le percentuali scendono a 14% (progetti avviati), a 29% (hanno mostrato interesse) e a 57% (non se ne pre-occupano).

Sia chiaro, anzitutto, che lo smart working altro non é se non l’evoluzione (semplificativa) del già esistente telelavoro. Introdotto nel nostro ordinamento con la l. 191/1998, che all’art. 4 recita:

le Amministrazioni Pubbliche possono avvalersi di forme di lavoro a distanza, autorizzando i propri dipendenti ad effettuare, a parità di salario, la prestazione lavorativa in luogo diverso dalla sede di lavoro, previa determinazione delle modalità per la verifica dell’adempimento della prestazione lavorativa.

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