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Web marketing per le PMI

Il web marketing rimane un argomento sconosciuto per molte PMI italiane.

Le PMI rappresentano il 99,9% delle imprese italiane e l’80,3% dell’occupazione nel settore privato è legata a questo tipo di imprese. Continua a leggere

Decalogo per le PMI e il digitale

Come è apparso chiaramente dalle ricerche e dai dati che vi abbiamo mostrato in precedenza, per le PMI fare marketing digitale è ormai una questione di vitale importanza. Continua a leggere

Come catturare clienti e lead?

Per riuscire ad acquisire nuovi clienti e lead, un’impresa non può più permettersi di concentrarsi esclusivamente sull’immagine autoprodotta, poiché una molteplicità di voci esterne ed estranee contribuiscono a influenzare la visione che di essa hanno le persone. È quindi chiaro che per le aziende sia fondamentale anche superare

la visione dei consumatori come terra di conquista dei propri prodotti e destinatari passivi dei propri messaggi, per riconoscerli come reali interlocutori dialettici del proprio operato.

Cogliere la reale portata della rivoluzione in atto e affrontarla correttamente è possibile, nella maggior parte dei casi, avvicinandosi al mondo dei social media con atteggiamento di apertura e predisposizione al cambiamento, utilizzandoli in primo luogo per ascoltare le conversazioni tra gli utenti, clienti e lead, per comprenderne le modalità e farle proprie, così da potersi poi inserire nel dialogo senza forzature. Le aziende infatti, abituate a un tipo di comunicazione autoreferenziale e promozionale, devono adottare un atteggiamento completamente differente in questi contesti, in quanto l’obiettivo è quello di relazionarsi con i clienti, attuali e potenziali. Ciò che questi si aspettano, in Rete, è che anche la Piccola o Media Impresa si adegui alle consuetudini e all’etichetta, distintive di ogni social network e che sia pertanto

autentica nel […] modo di […] comunicare con i propri interlocutori; trasparente nei confronti della gestione delle proprie attività; aperta, collaborativa e disponibile ad ascoltare le critiche che, da più parti, possono esserle mosse; pronta a intervenire sulle proprie disfunzionalità.

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Digital PR e guest posting nella SEO

La visibilità online non è tanto diversa da quella di tutti i giorni. Nessuno si accorgerà di un buon sito, se questo non è visibile al target di riferimento. Una delle attività più importanti in termini di visibilità, ma che spesso viene sottovalutata, sono le Digital PR. In questo articolo vedremo come integrare tali attività all’interno di una strategia SEO.

Cosa sono le Digital P.R.

Prima di partire con il focus del nostro articolo, facciamo luce sul significato di Digital PR, spesso frainteso.
Le Digital PR sono tutte quelle attività necessarie per instaurare relazioni digitali che permettano a un brand o un’azienda di aumentare la propria popolarità online.
Sotto questo termine, quindi, troviamo diverse attività, utili per:

  • Aumentare l’awareness di un brand
  • Migliorare la brand reputation
  • Generare Wom (Word of Mouth), ovvero il passaparola
  • Generare nuovi contatti
  • Intercettare influencer di settore

Perché le Digital PR sono importanti per la SEO

Sappiamo che uno dei parametri più importanti per un sito, in ottica SEO, sono i backlink (o link in ingresso), che determinano l’autorevolezza di un sito web agli occhi del motore di ricerca.
Una delle azioni più profittevoli per ottenere link in ingresso di buona qualità che, quindi, soddisfino sia l’utente sia il motore di ricerca, è il Guest Posting, ovvero la pubblicazione di articoli (che linkano al mio sito) su altri blog, siti o portali a tema.
In che modo, però, è possibile dare inizio a un’attività di Guest Posting?
Ecco che entrano in gioco le Digital PR.

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Decidere il target delle campagne sui social

Il target delle campagne sui social media è uno degli elementi più importanti, dev’essere deciso a priori perché proprio in base a quello si andrà a settare tutta la campagna, si sceglierà il tone of voice da utilizzare e i canali su cui concentrarsi. Il target dipende principalmente da:

  • settore in cui si trova la vostra attività
  • chi compra abitualmente i vostri prodotti
  • chi volete che compri i vostri prodotti (nel caso in cui steste cercando di allargare il vostro mercato)

La profilazione del pubblico, se fatta in modo corretto, ci permette di investire al meglio il budget, senza sprecare tempo e risorse su un target che sia lontano dai nostri obiettivi. Quello che bisogna fare è chiedersi: chi compra abitualmente i miei prodotti? Oppure, nel caso in cui voleste ingrandire il vostro mercato andando a individuare una domanda latente non ancora espressa, chi vorreste che li comprasse?

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Campagne sui social media da cosa partire?

Ideare e strutturare campagne sui social media può sembrare semplice ma è importante rispettare alcuni punti essenziali, altrimenti rischiamo di fare più danno che altro. Come prima cosa, è importante capire perché le campagne di advertising sui social media possono aiutarci a farci conoscere. La risposta è che i maggior social media, come Facebook, Instagram, Twitter e Linkedin, sono visitati quotidianamente da milioni di utenti.

Per farsi conoscere è importante essere visti, farsi conoscere. Far sì che le persone capitino sul vostro sito web, sul vostro e-commerce. Per portarcele non c’è modo migliore che organizzare una campagna sul social media che preferite. Addirittura, nel caso in cui proponiate una vendita di prodotti on-line, su alcuni social media troverete un sistema di vendita diretta che permette all’utente di effettuare l’acquisto senza doversi spostare su un altro browser. Tutto accade all’interno del social network, aumentando anche la sensazione di affidabilità del processo.

Bene, torniamo a noi. Quali sono i tre punti essenziali da rispettare quando progettate una campagna pubblicitaria sui social media?

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La squadra per l’innovazione digitale – Parte 2

[Nell’articolo precedente è stato sottolineato il fatto che l’innovazione digitale all’interno di un’azienda debba andare di pari passo con un cambiamento di business model.]

La prima domanda da porsi di fronte all’adozione delle tecnologie digitali è quindi: mi conviene andare avanti ad operare come prima oppure posso provare a rivedere il mio business model?

La questione non va sottovalutata in quanto è di vitale importanza da un lato, così come è necessario disporre di competenze adeguate per realizzare la scelta. Dietro l’angolo c’è, per esempio, l’internet delle cose (IoT), che potrebbe consentire il cambiamento del business model, passando dalla vendita di prodotti alla vendita di risultati, di performance. È il caso di una azienda tedesca che produce e vende cuscinetti a sfera alle aziende che costruiscono centrali elettriche eoliche. I nuovi cuscinetti a sfera sono in grado di tenere sotto controllo la propria usura, le necessità di manutenzione e altre grandezze quali temperatura, numero di giri al minuto e numero di giri totale. Quella azienda, ora, vende e garantisce le performance dei suoi cuscinetti, si occupa lei della manutenzione ordinaria e straordinaria, e per i suoi clienti la voce dei cuscinetti è passata dallo stato patrimoniale al conto economico.

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La squadra per l’innovazione digitale – Parte 1

Nel mondo globalizzato ci sono minacce ed opportunità. Aumentano i consumatori ma anche i concorrenti. È necessario che ognuno, ogni azienda, si impegni ad innovare se stessa, aumentando gli investimenti in ricerca e sviluppo finalizzati ai prodotti ed ai processi per andare a cogliere queste nuove opportunità.

In questo momento storico, l’industria italiana non sembra avere una strategia innovativa chiara. La Technology Review del Massachusetts Institute of Technology ha stilato una classifica delle cinquanta industrie più innovative del mondo, quelle che hanno sviluppato nuove tecniche per ridefinire le proprie attività e conquistare la leadership.

Al primo posto della classifica si colloca Illumina, californiana, che produce software e macchine per identificare le sequenze del genoma con una riduzione drastica dei costi rispetto al passato. La prima volta che il genoma umano fu decodificato, nel 2000, il costo dell’operazione superò i 100 milioni di dollari. Oggi Illumina lo offre a 1.000 dollari. Gli effetti si vedranno nei nuovi sistemi diagnostici e di cura o nella ricerche genomiche in agricoltura.

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PMI: avvicinarsi al digital vuol dire fare un percorso

Nell’implementare una digital strategy le aziende dovrebbero optare per un percorso caratterizzato da passi di complessità crescente che dipendono dal livello di maturità raggiunto nell’utilizzo di uno specifico strumento. Maggiori sono la capacità e la conoscenza di impiego di tali strumenti, maggiore sarà il livello di consapevolezza e di maturità che l’impresa ha sviluppato. Riuscire a metabolizzare e dominare un preciso livello permette di passare più agevolmente al successivo valutandone i risultati e ridefinendo i relativi obiettivi.

Ma non sempre questo è l’approccio utilizzato. Mancanza di progettazione, velocità e “mode del momento” fanno spesso fare passi falsi! Quanti sono i profili sui social media che vengono abbandonati nel giro di qualche mese perché si scopre che è time consuming la produzione di contenuti? Quanti sono gli e-commerce che dopo essersi affacciati sulla rete e non aver da subito conseguito risultati vengono chiusi? Che valore diamo ai nostri follower? Quanto supportiamo realmente il nostro marketing e/o le nostre vendite con le attività di digital marketing? In altre parole: convertiamo social leads in leads, prospect in clienti o stiamo solo “animando la rete”?

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Content Marketing per le PMI – Parte 1

“Content is king”, “Content marketing”, “Storytelling”. Avrete già probabilmente familiarità con queste espressioni, che da qualche anno stanno diventando il mantra comune delle aziende più innovative e sensibili alle opportunità offerte dal digital marketing. Ma cosa intendiamo concretamente per content marketing? E soprattutto, in che modo può diventare una risorsa per le PMI?

Facciamo un esempio. È ormai da qualche anno che non sentite parlare d’altro che di nuove tecnologie, social media, mobile, evoluzione se non addirittura “rivoluzione” digitale. Da più parti si reclama una conversione al digitale delle PMI italiane, in una prospettiva di innovazione e di apertura alle opportunità di un mercato sempre più globale. Per questo motivo avete rinnovato o addirittura aperto un sito web aziendale, una piattaforma di e-commerce e magari più di una pagina sui social media, includendo Twitter, Google + e Pinterest. E ora? Come fare per attirare l’attenzione dei vostri clienti e prospect? Quali leve utilizzare?

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