I risultati dell’indagine 2015 nel settore dell’abbigliamento – Parte 3
Chiudiamo la serie di articoli relativi all’indagine 2015 nel settore dell’abbigliamento proponendo i dettagli che sono emersi analizzando più accuratamente i risultati della ricerca effettuata. In tal modo vogliamo cercare di fare maggiore chiarezza sull’approccio assunto nei confronti degli strumenti e delle tecnologie digital da parte di alcune delle numerose PMI lombarde che si occupano di abbigliamento.
In primis, è curioso il fatto che sia stato rilevato un divario piuttosto ampio tra gli stadi di apertura al mondo digital delle diverse imprese intervistate, nonostante il campione fosse ristretto in termini non soltanto di numero, ma anche di settore e area geografica considerati. Va certamente tenuto presente che le dimensioni, il fatturato e lo “stato di salute” di un’azienda influiscano fortemente sul suo percorso di digitalizzazione; tuttavia, pur differendo tra loro in questi termini le PMI che hanno preso parte all’indagine, stupisce che alcune stiano ancora muovendo soltanto i primi incerti passi nell’adozione di strumenti e tecnologie digitali, mentre altre abbiano già superato con successo molte tappe importanti e significative.
Sette realtà del campione dispongono solamente di un sito web aziendale ‒ in diversi casi di mera presenza istituzionale ‒ e, almeno attualmente, si dichiarano totalmente disinteressate a ulteriori sviluppi e investimenti nel settore del digitale. In una di queste non è nemmeno presente la rete Wi-Fi, e in un’altra non esiste nessuna figura che si occupi di marketing e comunicazione. Dall’altro lato ci sono nove imprese che hanno invece implementato tutti gli strumenti citati precedentemente ‒ o quantomeno programmano di farlo nel breve termine ‒ affidandosi ad agenzie esterne o incaricando personale interno della loro totale o parziale gestione. Ciò indica che si sono date una struttura che consentisse loro di concentrare risorse ed energie anche sul processo di “maturazione” digitale. Tra questi due opposti estremi si trovano le PMI che hanno iniziato a utilizzare diverse tecnologie digitali, con più o meno successo, ma non si ritengono ancora pronte ad adottarne altre, principalmente poiché non ne sentono l’esigenza o le considerano poco in linea con i propri obiettivi e le proprie logiche aziendali. Alcune realtà che hanno preso parte all’indagine, per esempio, affermano di non essere interessate all’implementazione dell’e-commerce, o di profili social, o di una newsletter, in quanto basate sul modello Business-to-Business. Altre aziende del campione si servono però di tali strumenti, pur offrendo anch’esse servizi Business-to-Business, dimostrando che questo tipo di commercio non rappresenti in realtà un ostacolo alla completa apertura al mondo digital.
Un ulteriore aspetto interessante emerso dalla ricerca portata avanti dall’Osservatorio è la considerevole percentuale di imprese del campione ‒ il 58,33% ‒ che hanno affermato di voler investire una parte del budget aziendale dell’anno corrente in progetti legati all’area del digitale. Ancora una volta appare quindi chiaro che la digitalizzazione consista in un percorso formato da più tappe, le quali coincidono con tutti quegli interventi che consentono a un’azienda di adottare nuovi strumenti digitali o di perfezionare l’uso che fa di quelli già implementati. Le PMI intervistate si trovano tutte in punti differenti ‒ più o meno distanti ‒ di questo lungo cammino e molte di esse si stanno impegnando a raggiungere traguardi successivi, dimostrando come il tema della digitalizzazione sia estremamente attuale e urgente. Nonostante alcune siano avanzate soltanto di qualche passo dopo la partenza, è significativo che ognuna si sia quantomeno interrogata sulla questione e abbia iniziato a muoversi nella corretta direzione.