I risultati dell’indagine 2015 nel settore dell’abbigliamento – Parte 2
In linea con l’articolo precedente, continuiamo a riprendere e riproporre i risultati del report “I progetti d’indagine dell’Osservatorio Digitale PMI. Un’analisi nel settore lombardo dell’abbigliamento”.
La situazione relativa ai social media è singolare: solamente il 27,78% delle PMI che hanno risposto al questionario li utilizzano, ma tra queste nessuna si dichiara insoddisfatta. Stupisce pertanto il fatto che siano relativamente poche le aziende del settore che hanno creato delle pagine all’interno di uno o più social, i quali ‒ considerate le risposte delle imprese che se ne servono ‒ costituiscono un elemento vantaggioso da integrare nelle strategie di marketing. Essi permettono infatti di ottenere grande visibilità a costi contenuti e, in aggiunta, consentono di interagire con i clienti in maniera più diretta e personale, aumentandone la fidelizzazione. Questi e altri benefici stanno comunque iniziando a essere riconosciuti da una parte delle aziende: il 22,22% ha già in programma di attivare la propria presenza nel mondo social e il 16,67% intende inoltre investire in esso una parte del budget aziendale dell’anno corrente. Rimane tuttavia un 50% del campione che si è dichiarato totalmente disinteressato in tal senso (Grafico 1).
Poche sono anche le PMI che hanno sviluppato attività di SEO e SEM ‒ il 25% ‒, ma, anche in questo caso, tutte si dicono soddisfatte della scelta compiuta. Si è inoltre rilevata una buona percentuale di imprese ‒ il 36,11% ‒ che dichiara di avere già in programma l’attuazione di tali strategie, e il 25% del campione destinerà alla loro implementazione una parte del budget aziendale 2015. Il 30,56%, tuttavia, afferma di non essere assolutamente interessato a SEO e SEM, forse poiché ancora agli inizi del percorso di digitalizzazione. Quasi la totalità delle aziende che hanno dato tale risposta, infatti, dispone solamente di un sito web e non utilizza nessun altro strumento digitale. L’8,33% delle imprese, infine, non ha fornito alcun riscontro alla domanda relativa a SEO e SEM (Grafico 2).
Gli ultimi elementi indagati sono stati la newsletter e il Direct E-mail Marketing (DEM), che si possono considerare complementari. Le aziende del campione che si servono di questo tipo di mezzi per comunicare con clienti e lead si dichiararono tutte soddisfatte e, in aggiunta, raggiungono il 30,56%, una percentuale che supera quella delle PMI che si sono aperte al mondo dei social media, oltre a quella delle PMI che hanno sviluppato attività di SEO e SEM o che forniscono servizi di e-commerce. Tale risultato è dovuto probabilmente anche al fatto che l’e-mail sia uno strumento più “datato” e consolidato rispetto ai precedenti ‒ a esclusione del sito web ‒ e sia pertanto generalmente considerato maggiormente familiare e facile da utilizzare. Esso, inoltre, permette di trasmettere messaggi e informazioni in maniera rapida, diretta e agevole a tutti i propri contatti di posta elettronica. Il 25% delle imprese ne ha da poco intuito l’efficacia e afferma di avere in programma la realizzazione di una newsletter o di delle campagne DEM, iniziativa a cui destinerà inoltre una parte del budget aziendale dell’anno corrente. Le realtà non interessate, invece, sono il 38,89%, mentre il 5,55% non ha fornito alcuna risposta (Grafico 3).