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Social media marketing. Che benefici ha per le imprese?

Si è già accennato a diversi dei vantaggi che il social media marketing può portare alle PMI ‒ così come alle aziende in generale. Cerchiamo di mettere in luce anche gli altri.

Innanzitutto il social media marketing permette di ottenere visibilità a costi notevolmente contenuti rispetto a quelli dei tradizionali mezzi pubblicitari e aumentare la brand awareness, ovvero la notorietà del marchio. Essere più visibili significa inoltre incrementare l’opportunità di acquisire nuovi clienti e di affacciarsi al mercato internazionale, espandendo il proprio business.
In tal modo sarà permesso

anche a piccole e medie realtà di inserirsi in un modello competitivo globale difficilmente raggiungibile fino a qualche anno fa.

I profili social accrescono il traffico verso il proprio sito web ‒ per esempio tramite i link che indirizzano a esso ‒ e ne migliorano il posizionamento nei motori di ricerca ‒ grazie ad azioni quali i like e gli sharing ‒, rendendolo più facile da trovare. Gli utenti, infine, hanno maggiore probabilità di visualizzare un contenuto se presente all’interno dei canali digitali che frequentano abitualmente, in quanto non sono costretti a visitare un altro sito specifico per individuarlo.

Oltre a permettere di ottenere un pubblico più vasto,il social media marketing agevola la creazione di relazioni dirette e personali con gli utenti, obiettivo difficilmente raggiungibile tramite la pubblicità tradizionale. Un dialogo aperto con i clienti è utile per aumentarne la fidelizzazione e per individuare quei contenuti che ritengono rilevanti; i feedback ricevuti, inoltre, sono fondamentali per fornire prodotti e servizi, o semplicemente soluzioni, che rispondano alle reali necessità del consumatore. Queste piattaforme sono pertanto ideali per

garantire servizi come il customer care, che fino a ieri avevano bisogno di significativi investimenti in risorse e strutture.

Tutte le opinioni e i commenti espressi in Rete dalle persone, in aggiunta, influenzano notevolmente le decisioni d’acquisto di coloro che le leggono, portandoli a scegliere tra le offerte di diversi competitor quella con le valutazioni più positive. Questo può essere un grande vantaggio per chi gode di una buona reputazione nel mondo del Web, ed esaminarla è piuttosto semplice rispetto all’elaborazione di una delle classiche ricerche di mercato: è sufficiente monitorare le conversazioni relative al brand che avvengono on line, oppure è possibile effettuare dei sondaggi, chiedendo direttamente agli utenti un parere su un determinato argomento.
Anche le PMI sono nella condizione di valutare oggettivamente la propria reputation, senza dover affrontare costi eccessivi e spesso inaccessibili.

I social offrono sempre ai gestori di pagine aziendali servizi di Web Analytics. Questo è un notevole vantaggio per le imprese, che consente di monitorare costantemente e in tempo reale i risultati della propria strategia di social media marketing, di variarla ‒ o adottarne una alternativa ‒ senza particolari ostacoli qualora non stia conducendo agli obiettivi prefissati. I numerosi dati relativi agli utenti, inoltre, permettono di conoscere il proprio pubblico e, quindi, di profilare il target e di rendere i contenuti il quanto più possibile rispondenti alle sue caratteristiche, preferenze e necessità. Un’ottima idea è anche quella di elaborare offerte dedicate e riservate ai propri follower.

social media strategia

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Come catturare clienti e lead?

Per riuscire ad acquisire nuovi clienti e lead, un’impresa non può più permettersi di concentrarsi esclusivamente sull’immagine autoprodotta, poiché una molteplicità di voci esterne ed estranee contribuiscono a influenzare la visione che di essa hanno le persone. È quindi chiaro che per le aziende sia fondamentale anche superare

la visione dei consumatori come terra di conquista dei propri prodotti e destinatari passivi dei propri messaggi, per riconoscerli come reali interlocutori dialettici del proprio operato.

Cogliere la reale portata della rivoluzione in atto e affrontarla correttamente è possibile, nella maggior parte dei casi, avvicinandosi al mondo dei social media con atteggiamento di apertura e predisposizione al cambiamento, utilizzandoli in primo luogo per ascoltare le conversazioni tra gli utenti, clienti e lead, per comprenderne le modalità e farle proprie, così da potersi poi inserire nel dialogo senza forzature. Le aziende infatti, abituate a un tipo di comunicazione autoreferenziale e promozionale, devono adottare un atteggiamento completamente differente in questi contesti, in quanto l’obiettivo è quello di relazionarsi con i clienti, attuali e potenziali. Ciò che questi si aspettano, in Rete, è che anche la Piccola o Media Impresa si adegui alle consuetudini e all’etichetta, distintive di ogni social network e che sia pertanto

autentica nel […] modo di […] comunicare con i propri interlocutori; trasparente nei confronti della gestione delle proprie attività; aperta, collaborativa e disponibile ad ascoltare le critiche che, da più parti, possono esserle mosse; pronta a intervenire sulle proprie disfunzionalità.

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Pinterest

Pinterest, anche detto il social network delle immagini, viene fondato nel 2010 da Ben Silbermann, Evan Sharp e Paul Sciarra. Ad oggi conta più di 70 milioni di utenti attivi. La sua diffusione, però, non ha ancora preso completamente piede in Europa e in Italia, dove comunque pare stia lentamente riuscendo ad affermarsi.

Per creare ‒ gratuitamente ‒ un account Pinterest è necessario fornire un indirizzo e-mail valido, una password, nome, cognome, età e sesso e selezionare poi almeno cinque interessi da seguire, per esempio architettura, moda, o tecnologia. Il profilo, in seguito, può venire completato aggiungendo un’immagine, delle informazioni su di sé, l’indirizzo del sito web, nel caso in cui se ne abbia uno, e il luogo ‒ essenziale per le imprese che vogliano specificare la propria sede. È inoltre possibile trovare automaticamente gli amici di Facebook o Twitter che fanno uso del social network e, sfruttando la barra di ricerca, altre persone, brand e aziende, e decidere quindi di chi diventare follower.

La caratteristica principale di Pinterest consiste nell’opportunità di appuntare (to pin) virtualmente, cioè raccogliere in un unico luogo, tutte le immagini del Web che, per scopi disparati, si vogliono conservare. Ogni utente può creare una o più Bacheche relative a un tema specifico, per esempio Ricette per dolci o Luoghi da visitare, e organizzare al loro interno figure e fotografie a cui eventualmente accompagnare una descrizione, in modo da ricordarsi per quale motivo le ha salvate. Quando si trova sul social un’immagine che si desidera aggiungere a una delle proprie bacheche, è sufficiente cliccare su “Pin it” e selezionare dove appuntarla. Per raccogliere contenuti provenienti dal Web, invece, è necessario installare il pulsante Pinterest per il browser.

pinterest keep calm

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Decidere il target delle campagne sui social

Il target delle campagne sui social media è uno degli elementi più importanti, dev’essere deciso a priori perché proprio in base a quello si andrà a settare tutta la campagna, si sceglierà il tone of voice da utilizzare e i canali su cui concentrarsi. Il target dipende principalmente da:

  • settore in cui si trova la vostra attività
  • chi compra abitualmente i vostri prodotti
  • chi volete che compri i vostri prodotti (nel caso in cui steste cercando di allargare il vostro mercato)

La profilazione del pubblico, se fatta in modo corretto, ci permette di investire al meglio il budget, senza sprecare tempo e risorse su un target che sia lontano dai nostri obiettivi. Quello che bisogna fare è chiedersi: chi compra abitualmente i miei prodotti? Oppure, nel caso in cui voleste ingrandire il vostro mercato andando a individuare una domanda latente non ancora espressa, chi vorreste che li comprasse?

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Google +

La piattaforma di social networking di Google è stata lanciata nel 2011. Diverse fonti parlano di 2,2 miliardi di profili registrati, numero dovuto in gran parte al fatto che l’iscrizione a Google + sia indispensabile per la creazione di un account all’interno di altri servizi legati al colosso di Mountain View, tra cui YouTube. In realtà la percentuale di utenti attivi sarebbe irrisoria: Google non fornisce da tempo dati ufficiali al riguardo, ma secondo un’indagine condotta dal blogger Edward Morbius (www.ello.co/dredmorbius/) nel gennaio 2015, nei primi 18 giorni del mese solo lo 0,3% circa degli iscritti ha realizzato un post pubblico e gli account attivi oscillerebbero pertanto tra i 4 e i 6 milioni.
Per dar vita al proprio profilo Google + è necessario attivare ‒ gratuitamente ‒ un account Google. Il profilo stesso può poi venire completato con una fotografia e un’immagine di copertina, oltre a una serie di informazioni di base e relative ai propri lavoro, istruzione e storia personale. Si passa quindi all’aggiunta di altri utenti all’interno delle cosiddette Cerchie: il social ne suggerisce tre (amici, famiglia e conoscenti), ma è possibile crearne di ulteriori. In tal modo si raggruppano le persone in base al tipo di relazione che con esse si intrattiene, così da poter condividere i post in maniera mirata. Quando si pubblica un aggiornamento di stato, infatti, si scelgono anche i singoli soggetti o le cerchie a cui si desidera renderlo visibile e che saranno pertanto nella condizione di condividerlo, commentarlo o suggerirne il contenuto ad altri cliccando su +1. I post possono contenere, oltre al classico testo e agli ormai onnipresenti hashtag, foto, video, link, sondaggi o inviti a eventi, e possono inoltre venire raggruppati in raccolte a seconda dell’argomento in essi trattato.

google plus mani computer

Una delle funzioni più interessanti di Google+ è costituita da hangout, che consente di inviare messaggi testuali, fotografie ed emoji e di effettuare videochiamate a cui possono partecipare fino a dieci amici. Nel caso in cui si scelga di realizzare un hangout in diretta, questo verrà trasmesso sul proprio sito web, oltre che sul canale personale di YouTube e sulla propria home page di Google +.

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Linkedin

La celebre piattaforma dedicata ai professionisti e al mondo del lavoro è stata ideata nel 2002 nel salotto di uno dei suoi co-fondatori, Reid Hoffman, ma è stata lanciata ufficialmente nel maggio del 2003. Gli iscritti sono oggi più di 300 milioni e provengono da oltre 200 Paesi diversi. Gli utenti italiani, nello specifico, superano i 7 milioni.

Per registrarsi ‒ gratuitamente ‒ a LinkedIn è sufficiente inserire nome, cognome e indirizzo e-mail e scegliere una password. Tuttavia è di fondamentale importanza, considerata la finalità principe di questo social, ovvero quella di allacciare rapporti lavorativi, completare poi il profilo personale in maniera esaustiva, specificando il proprio percorso formativo, il settore e l’area geografica in cui si opera ed elencando le proprie esperienze lavorative e competenze professionali.

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Campagne sui social media da cosa partire?

Ideare e strutturare campagne sui social media può sembrare semplice ma è importante rispettare alcuni punti essenziali, altrimenti rischiamo di fare più danno che altro. Come prima cosa, è importante capire perché le campagne di advertising sui social media possono aiutarci a farci conoscere. La risposta è che i maggior social media, come Facebook, Instagram, Twitter e Linkedin, sono visitati quotidianamente da milioni di utenti.

Per farsi conoscere è importante essere visti, farsi conoscere. Far sì che le persone capitino sul vostro sito web, sul vostro e-commerce. Per portarcele non c’è modo migliore che organizzare una campagna sul social media che preferite. Addirittura, nel caso in cui proponiate una vendita di prodotti on-line, su alcuni social media troverete un sistema di vendita diretta che permette all’utente di effettuare l’acquisto senza doversi spostare su un altro browser. Tutto accade all’interno del social network, aumentando anche la sensazione di affidabilità del processo.

Bene, torniamo a noi. Quali sono i tre punti essenziali da rispettare quando progettate una campagna pubblicitaria sui social media?

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You Tube

You Tube, la più celebre piattaforma di video sharing, viene fondata nel 2005 da Chad Hurley, Steve Chen e Jawed Karim. Nel 2006 è stata acquistata da Google Inc.

YouTube.com è il terzo sito al mondo per numero di accessi, preceduto soltanto da Google e Facebook, e conta oltre un miliardo di iscritti; in Italia gli utenti attivi sono circa 24 milioni. Questi numeri aiutano a comprendere una caratteristica peculiare del social network: i video postati dagli utenti finiscono spesso con il diventare virali, diffondendosi a una velocità straordinaria tra un pubblico vastissimo e lanciando mode e tendenze.

Chiunque può visualizzare i filmati presenti su YouTube, ma, per poter usufruire di tutte le potenzialità che la piattaforma offre, è necessario creare ‒ gratuitamente ‒ un canale. Nel caso in cui non si sia già in possesso di un account Google+, sarà sufficiente inserire i propri nome e cognome, data di nascita, indirizzo e-mail e sesso e procedere poi con l’apertura e la personalizzazione del canale, scegliendo il nome utente, modificando la grafica e aggiungendo una descrizione.

A questo punto è possibile commentare o valutare i video, caricarne di propri ‒ condividerli sui profili social o all’interno del proprio sito web ‒, creare delle playlist o iscriversi ad altri canali, così da poterne seguire gli aggiornamenti.

you tube social media

YouTube è un potentissimo strumento di social media marketing. Le imprese possono sfruttare la forza dei video per raccontare se stesse, in modo da promuovere e migliorare la conoscenza dei loro prodotti e servizi e del loro brand da parte di clienti e lead. Poiché gli utenti della piattaforma tendono a cercare i contenuti che maggiormente li interessano, è molto importante scegliere con attenzione il titolo, la descrizione, i tag (parole chiave) e la categoria dei filmati che vengono caricati, così da raggiungere al meglio il target di riferimento, senza disperdere l’investimento. In base agli obiettivi aziendali, in aggiunta, si può decidere di realizzare diverse tipologie di video: istruttivi, creativi, di presentazione di un prodotto, di testimonianza ecc. È tuttavia fondamentale non perdere mai di vista il fatto che YouTube sia anche, a tutti gli effetti, un social network e che vada pertanto utilizzato come tale. Interagire con gli utenti è d’obbligo e, oltre a rispondere ai loro commenti, è importante commentare a propria volta i filmati caricati da altri e inerenti al settore aziendale di riferimento per qualificarsi come opinion leader nel proprio campo.

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Instagram

L’idea di creare un social network basato sulla condivisione di fotografie ‒ e in seguito anche di video ‒ è di Kevin Systrom e Mike Krieger, che nel 2010 hanno fondato Instagram, poi acquistato da Facebook nel 2012.

Attualmente gli iscritti nel mondo superano i 300 milioni.
In Italia gli utenti attivi sono circa 2 milioni.

Iscriversi a Instagram è molto. Il primo passo da compiere, dopo aver scaricato gratuitamente l’app per mobile ‒ necessaria poiché l’utilizzo tramite computer non consente di caricare foto ‒, consiste nel creare un profilo personale, pubblico o privato, inserendo un indirizzo e-mail valido, una password, un nome utente e, facoltativamente, un’immagine e alcune informazioni su di sé, per esempio l’URL del proprio sito o una breve biografia. A questo punto è possibile scegliere chi si desidera seguire, sfruttando l’opzione di ricerca automatica degli amici di Facebook o dei contatti della rubrica che fanno uso di Instagram, oppure inserendo liberamente i nomi di persone, servizi o brand dei quali si vogliono visualizzare i contenuti pubblicati. Oltre a commentare e ad aggiungere like alle immagini da cui si è colpiti o ispirati, c’è naturalmente la possibilità di scattare a propria volta delle fotografie, applicarvi modifiche e filtri e condividerle con i propri follower, accompagnandole con una breve descrizione e degli hashtag, che svolgono qui la stessa funzione che hanno su Twitter. Questi contenuti verranno inoltre automaticamente pubblicati sui profili social che si è scelto di sincronizzare con Instagram.

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Twitter

La piattaforma di social networking dei cinguettii ‒ i Tweet è stata fondata nel marzo del 2006 da Evan Williams, Noah Glass, Biz Stone e Jack Dorsey e conta oggi oltre 300 milioni di utenti attivi mensilmente e 500 milioni di tweet inviati ogni giorno da tutto il mondo. Nel mese di gennaio è stato utilizzato dal 10% della popolazione italiana.

L’iscrizione a questo servizio gratuito, che fonde le potenzialità di un microblog con quelle di un social network, prevede l’inserimento del proprio indirizzo e-mail, di un nome utente, di una foto da utilizzare come Avatar, di una breve descrizione di sé e, eventualmente, dell’URL del proprio sito web. A questo punto è possibile iniziare a seguire i profili ai quali si è interessati. L’azione del following non è necessariamente reciproca.

La caratteristica più peculiare di questo social consiste nel fatto che i tweet non possano superare i 140 caratteri: perciò si parla di microblogging. Un altro aspetto rilevante della piattaforma è costituito dalla possibilità di “ritwittare” o rispondere ai tweet di altri utenti e di avviare conversazioni, oltre che di inviare messaggi diretti ‒ funzionalità tipiche dei social network. Ma ancora più interessante è la presenza degli #hashtag inseriti nei tweet per indicare che si sta parlando di un certo argomento. Inoltre, nella sezione Tendenze, si possono visualizzare gli hashtag che godono di maggiore popolarità in un dato momento.

twitter uso italiani

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